“Un mare di plastica”, “salviamo gli oceani dalla plastica”, “guerra alla plastica”, questi sono alcuni titoli comparsi nei giornali in questo periodo, ma la lotta contro la plastica ha senso?
Ci risponde l’Ing. Giovanni Raggi, direttore commerciale di Isolconfort, azienda che si occupa di isolanti e packaging in polistirene espanso (polistirolo), e vicepresidente di AIPE, Associazione Italiana Polistirene Espanso: “il problema della plastica, e nel nostro caso specifico del polistirolo, non è il materiale in sé e per sé ma la sua gestione. La plastica è uno dei materiali più diffusi, fondamentalmente una delle migliori invenzioni del secolo scorso, una risorsa ingegneristicamente eccellente, flessibile, resistente, leggera, duratura, economica ed estremamente versatile.
Le cassette in polistirolo che Isolconfort produce per l’imballaggio di alimenti prolungano la durata dei cibi, riducendo lo spreco alimentare; il pvc utilizzato per la realizzazione di tubi di canalizzazione permette la fornitura di acqua potabile non contaminata, il vinile viene utilizzato per realizzare guanti monouso che hanno notevolmente migliorato il livello di igiene nell’ambito chirurgico-medicale, le plastiche permettono di realizzare computer, cellulari, tv, elettrodomestici e un’infinità di altri prodotti di cui quotidianamente facciamo uso; tutti questi tipi di plastica ogni giorno facilitano e migliorano il nostro stile di vita.
Dove trova fondo questa campagna denigratoria contro la plastica?
“Nella quantità enorme di plastica prodotta e mal gestita”, continua Raggi, “è evidente che il problema plastica esiste, la sua praticità e utilità in svariati ambiti ne ha ampliato l’uso in modo esponenziale negli anni ma, la cattiva gestione del rifiuto plastico, ne ha causato una presenza consistente nei mari e, per quanto la plastica sia riciclabile, non viene fatto ancora abbastanza per raccoglierla, differenziarla e riutilizzarla. Il principale problema si riscontra nella sovrapproduzione di imballaggi monouso per cui sono state introdotte Direttive per regolarne l’impiego.”
Come possiamo intervenire?
“Molti propongono di eliminare la plastica o di cercare soluzioni alternative, ma sono scelte di ‘pancia’, non attuabili, vie che non hanno alcun fondamento scientifico e che causerebbero un impatto ambientale ancora superiore. In tal senso è interessante lo studio della Trucost commissionato dall’American Chemestry Council che ha fatto emergere che servirebbe quasi 4 volte più materiale solo per sostituire la plastica utilizzata per il packaging con altri materiali.
Confronto dei costi ambientali per beni di consumo prodotti con l’impiego di plastiche come in uso corrente, con plastiche più sostenibili e con uso di materiali alternativi alle plastiche
Fonte: TRUCOST – Plastics and Sustainability: A Valuation of Environmental Benefits, Costs and Opportunities for Continuous Improvement
Come produttori di packaging in polistirolo, ci troviamo spesso a valutare l’impatto ambientale che il nostro materiale produce, in Isolconfort ci siamo anche dotati di una particolare Tool che analizza l’intero ciclo di vita dei nostri manufatti ed il risultato è in linea con lo studio della Trucost: la plastica è più sostenibile rispetto carta, ferro, alluminio o vetro, infatti è molto più leggera, pensate solo ad un imballaggio in polistirolo rispetto ad uno in cartone, questo incide sull’alleggerimento dei trasporti consentendo un minor consumo di carburante e non solo, produrre un imballo in polistirolo impiega un quantitativo d’acqua nettamente inferiore, si chiama Water Foot Print.
Noi possiamo intervenire”, continua Raggi, “lavorando su diversi fronti:
- Producendo meno plastica, eliminarla come già detto sarebbe un errore ma, ad esempio, diminuire il quantitativo impiegato per confezionare un prodotto o scegliere di utilizzare plastiche di colore chiaro che sono più facilmente riciclabili, può essere una valida soluzione.
- Sensibilizzando le persone a raccogliere e differenziare la plastica in modo corretto, una bottiglia finisce in mare se lì viene gettata, così come succede per una bottiglia di vetro, una lattina di alluminio o un scatola in tetra pak ma, se questa bottiglia viene conferita nella raccolta differenziata non andrà ad inquinare i mari.
- Riutilizzando meglio e più a lungo la plastica, le percentuali di riciclo sono ancora troppo basse, politiche mirate potrebbero rivelarsi la chiave di svolta.
Come si vede per intervenire è necessario una collaborazione tra imprese produttrici, utilizzatori finali ed istituzioni, in questa ‘guerra alla plastica’ tutti possiamo avere un ruolo concreto, nel nostro piccolo, Isolconfort sta facendo la differenza contribuendo nel riciclo come PEPS ovvero come piattaforma per la raccolta ed il riciclo del polistirene espanso (polistirolo) arrivato a fine vita. La nostra visione orientata all’economia circolare ci porta quindi sia ad operare nella produzione di polistirolo ma anche nel recuperarlo e riusarlo come plastica di seconda vita.”