In Italia ogni anno si utilizzano circa 10 milioni di contenitori ittici in EPS (polistirene espanso o più comunemente polistirolo) per garantire che il pesce arrivi fresco e gustoso sulle nostre tavole. Le casse per pesce in polistirolo sono le più diffuse per sistemare e conservare il pescato, possiedono infatti numerosi vantaggi: salubrità, mantenimento delle basse temperature, economicità e leggerezza. Nessun altro materiale di imballo è così efficienti ed efficace. Per questo è stato ed è tutt’oggi la soluzione ideale per confezionare il pesce.
Si dibatte invece sulla sostenibilità ambientale del polistirene espanso; Il polistirene è un materiale 100% riciclabile la cui produzione richiede un bassissimo dispendio di risorse, il polistirene si compone principalmente di aria (98%) infatti per l’espansione delle perle che lo compongono è richiesto solo vapore acqueo. Quindi la sua impronta ambientale è davvero positiva.
I contenitori ittici ed il polistirolo con cui sono prodotti vengono però anche additati come principali responsabili dell’inquinamento dei nostri mari, ma è proprio così?
Non possiamo negare che gli imballaggi possano rappresentare un problema per l’inquinamento marino se non gestiti correttamente; così come le altre plastiche, i metalli ed altri materiali, anche il polistirene disperso in mare può danneggiare l’ecosistema, tuttavia ci sono dati rincuoranti: un rapporto del JRC – Join Research Center, il servizio scientifico interno della Commissione Europea che fornisce supporto al processo decisionale dell’UE mediante consulenze scientifiche indipendenti e basate su prove concrete, riporta che le cassette per il pesce in EPS rappresentano solamente lo 0,02% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge europee e lo 0,11% tra i prodotti utilizzati nelle attività di pesca e che i galleggianti in materiale espanso, che potrebbero essere realizzati in polistirolo, rappresentino lo 0,02% dei rifiuti delle attività di pesca.
Questi dati evidenziano come l’impatto del polistirene sia decisamente ridotto ma non per questo si può cantare vittoria, anzi è necessario impegnarsi per ridurne ancor più la perdita nelle acque che principalmente accade accidentalmente per la leggerezza del materiale.
Sul fronte della sicurezza per la salute umana e delle specie marine, uno studio di Helcom, la commissione per la protezione dell’ambiente marino del Baltico, rimarca come l’EPS non sia un materiale tossico, anche se ingerito per errore da uccelli o altri animali, inoltre, i contenitori ittici in polistirolo risultano essere la soluzione più igienica e salubre per garantire freschezza e qualità del pescato e ridurne quindi il deterioramento e lo spreco.
I contenitori ittici in polistirene, se opportunamente smaltiti, sono 100% riciclabili e numerose aziende del settore, congiuntamente ad utilizzatori, GDO ed alle varie associazioni di categoria, stanno organizzando un sistema sempre più efficiente di recupero del polistirene, che ad ora, tra le varie plastiche, è una delle più virtuose con livelli che superano il 30% di imballaggio riciclato.
Non è quindi vero che il polistirolo non viene riciclato, ma lo è nella misura in cui tale attività viene concretizzata dagli operatori, dalla filiera ittica e dall’opinione pubblica.
Su questo fronte molto stanno facendo i produttori di EPS come ISOLCONFORT grazie alla nuova disciplinare sui regimi di responsabilità dei produttori EPR introdotti dalla direttiva 851/2018 e l’associazione di categoria AIPE tramite dei progetti dedicati proprio a rendere visibile quanto facile, economico e utile sia il riciclo dell’EPS.